Ilia Chavchavadze è nato il 27 ottobre 1837 a Kvareli , un villaggio della regione del Kakheti, dove la nobile famiglia dei Chavchavadze si era trasferita, proveniente dal Pshav-Khevsureti
Ilia era il terzo figlio di Mariam Beburishvili e di Grigol Chavchavadze, un nobile, discendente di famosi antenati, tutti accumunati da una lunga tradizione militare.
la madre di Ilia, Mariam, è morta il 4 maggio 1848, quando Ilia aveva dieci anni, e suo padre chiese a sua sorella, Makrine, di aiutarlo nella crescita dei figli.
La zia Makrine ha avuto una grande influenza sulla formazione di Ilia perché, quando suo padre nel 1852 morì, rimase il suo unico punto di riferimento.
Chavchavadze , fin dalla tenera età, è stato influenzato dai propri genitori, molto colti, grandi conoscitori ed appassionati della poesia, della storia, della letteratura classica, successivamente è stato seguito negli studi dal diacono del paese, poi nel 1848 si è trasferito a Tbilisi per frequentare una scuola privata, e quindi si è iscritto all’allora prestigiosa Accademia della Nobiltà nel 1851.
La famiglia Chavchavadze nel frattempo subiva anche la morte di Costantino, fratello di Ilia, e della sua grande angoscia per tale immenso dolore, il poeta ha lasciato traccia in uno dei suoi primi brevi poemetti.
Dopo la laurea presso l’accademia, nel 1857 Ilia decide di proseguire la formazione presso l’ Università di San Pietroburgo, in Russia.
Prima di partire per San Pietroburgo, Ilia ha composto una delle sue poesie più belle, ispirata, e dedicata, alle sue amate montagne del grande Causaso, alla sua terra di Kvareli, lasciando percepire, trasparire, in quest’opera, il suo addio dispiaciuto alla sua cara patria.
In quei tempi l’Europa, ed anche l’Italia, erano interessate da forti fermenti culturali, e tra i vari eventi dell’epoca, l’attenzione di Ilia si focalizzò maggiormente su ciò che stava succedendo in Italia, e soprattutto sulla figura di Giuseppe Garibaldi, una figura a lui molto gradita, e che rimarrà per sempre nei suoi pensieri.
A causa del clima particolarmente rigido di San Pietroburgo, Ilia si ammalò gravemente, ma continuò negli studi, rientrando poi nella sua amata Georgia nel 1861.
Giunto in Georgia, dal 1863 al 1877 collaborò con il periodico Sakartvelos Moambe, e successivamente dal 1877 al 1905, con assai maggiore entusiasmo, con il giornale “Iveria”, un quotidiano assai vicino al mai sopito sentimento patriottico georgiano.
Ilia è stato anche il fondatore e/o il presidente di molti circoli culturali ed educativi, privati e pubblici, quali “La Società per la diffusione dell’alfabetizzazione dei georgiani”, “La Banca della Nobiltà”, “La filodrammatica”, etcc.
La sua indubbia cultura, ed anche i suoi molteplici interessi, lo anno portato a rivestire cariche molto importanti nel Consiglio di Stato della Russia, nel Comitato Europeo della Società Geografica della Russia, nella Società di Etnografia e Antropologia dell’Università di Mosca, nell’Opera di Orientalisti della Russia, nella Società Libraria Anglo Russa, nella Camera Alta della prima Duma Russa.
Rientrato in Georgia nel 1907, è stato assassinato il 28 agosto di quello stesso anno, in un agguato teso a lui, e sua moglie Olga, sulla strada che da Tbilisi conduce a Saguramo, nei pressi di Mtskheta.